Famiglia


“Sono un padre molto presente”. Lo dice con un comprensibile orgoglio, il dottor Alessandro Valieri. Solo diventando genitore – aggiunge – ha capito cosa significhi questo passo nella vita di una persona, in una sorta di cambio di paradigma: “Prima di essere marito, figlio, medico, sei prima di tutto padre. È un ruolo che sta davanti a tutti gli altri”.

Aveva 26 anni, si era appena laureato e stava passeggiando con amici nei lidi estensi. La classica “vasca” in un’estate dolce. Dietro, la fine degli esami. Davanti, un oceano d’opportunità in cui nuotare. In mezzo, la spensieratezza della giovinezza che gli fa notare una ragazza passeggiare sul viale. Memento Audere Semper, diceva D’Annunzio. È sempre il momento di osare. Il neo dottor Valieri, osa eccome. Si avvicina, si presenta. Lei si chiama Silvia, ha 19 anni e si sta per iscrivere alla facoltà di Storia. Oggi è sua moglie.

“L’ho rimorchiata – sorride Valieri nel suo studio – e dire che era un periodo in cui non avrei voluto storie impegnative. Invece abbiamo fatto fiorire quel seme che prima è diventato arbusto e poi una quercia secolare”. Era l’alba del millennio, il 2001, e per dieci anni buoni Silvia e Alessandro se la spassano. Lui lavora e studia per specializzarsi e diventare il professionista che è oggi. Lei prosegue il suo percorso che la porterà a frequentare un master da Archivista dopo la laurea a Bologna e poi a diventare insegnante. In mezzo, tanti viaggi, vacanze e il divertimento di due ventenni che stanno costruendo il loro futuro. Nel 2004 si trasferiscono a Ravenna, dove peraltro Silvia aveva studiato al liceo.

Nel 2008 lo studio professionale Valieri comincia ad emergere. Due anni dopo la coppia diventa più pantofolaia.

“E’ l’anno della nascita di tua figlia?”, provo a chiedere.
“No. Abbiamo preso il gatto”.

Il gatto del dottor Valieri si chiama Robespierre e non si fa vedere dagli estranei, diffidente come solo sano essere i gatti. È della stessa cucciolata del gatto di Carlton Myers, idolo di gioventù che il medico incontra con una certa emozione proprio mentre sta andando a prendere il felino. Sarà il nome, ma il micio è anche un rivoluzionario della sua razza: “E’ un ragdoll, che in teoria dovrebbe essere affettuosissimo. Quando siamo andati a prenderlo se ne stava un po’ in disparte e ci ha colpito. Lo abbiamo preso per questo. Però crescendo il carattere non è migliorato. Il gatto mi ha impigrito, devo ammetterlo: col suo fare zen, un po’ ozioso, ti fa venire voglia di metterti sul divano, mettere su un disco, leggere”. Il gatto ha avuto anche un ruolo nella scelta della prima casa acquistata dalla coppia: un bell’attico sull’anello esterno di Ravenna. “Quando l’ho visto mi immaginavo Robespierre guardare dall’alto tutta la città”.

Pantofole o sneakers, le voglie il dottor Valieri continua a togliersele. È il 2011 quando decide di concedersi uno sfizio non da poco: comprarsi una Cadillac. Individua la concessionaria, sceglie modello e colore. Tira fuori il libretto degli assegni e sta per firmare l’acconto quando suona il telefono: è la moglie, bisogna rispondere. “Ti devo parlare, vieni a casa”, gli dice. Lui un po’ freme per l’auto, un po’ è preoccupato. Non può parlare al telefono, Silvia? “Sarebbe meglio che ne parlassimo di persona”. E dai, mi preoccupo. “Va bene, sono incinta”. La penna rimane a mezz’aria, sul libretto degli assegni. Forse è meglio comprare una famigliare.

Per la Cadillac, chissà, ci sarà tempo (“Non credo, non ho più l’impulso, io sono un acquirente compulsivo…”) ma quello è l’anno in cui arriva la primogenita, Elettra. E pure il matrimonio, dopo dieci anni di vita insieme. Arrivano anche le responsabilità che non sono più solo professionali, lo stupore del primo sorriso della bimba, la felicità del costruire qualcosa insieme.

La sorella, Altea, ha quattro anni di meno. C’entra, ancora una volta, il Vate. Alessandro e Silvia sono sul Garda, al Vittoriale. Quel giorno c’è il concerto di uno dei migliori gruppi americani contemporanei: The National. La voce calda e baritonale di Matt Berninger e la pioggia che improvvisamente comincia a scendere mandano letteralmente in estasi Valieri: “Una delle esperienze più belle della mia vita, sembrava di essere nella pioggia nel pineto”. Anziché Ermione, però, nasce Altea. “Quell’esperienza mi è piaciuta così tanto che ho pensato che sarebbe stato giusto che un giorno, un’altra creatura, potesse godere di uno spettacolo simile”. Come dire: ci sono dei momenti per cui vale la pena vivere e che meritano una vita in più sulla terra. Era il 2014, luglio. “Il 21 agosto, compleanno di Elettra, Silvia ha scoperto di essere incinta. Così io lo dico spesso ad Altea, che è figlia dei National”.

Dal 2015, quindi, Valieri vive con tre donne. “Non ci sono problemi, non sono di quelli che vuole il figlio maschio a tutti i costi”, racconta. Inoltre, essendo lui l’ordinato di casa, non sorgono i problemi che di solito incontrano le convivenze maschio-femmina. Anzi. “A Silvia devo tantissimo anche per come mi ha migliorato in certi aspetti del mio carattere. Ammetto di essere un maniaco dell’ordine, lei è più rilassata e mi ricorda spesso che non posso tenere tutto sotto controllo. È così: mia moglie mi ha fatto capire che ci deve essere un metodo, non un’ossessione”.

Anche l’estetica è stata migliorata: “Sì, Silvia ha affinato il mio gusto. Io scherzo sul dandismo ma quando ero un ragazzo mi vestivo davvero in maniera troppo eccentrica. Lei mi ha tolto la cravatta e il bastone da passeggio, per dire. Ne avevo una collezione…”.